BERE’ – laboratorio rivolto ai bimbi di 4 e 5 anni della scuola dell’infanzia

BERE’

LABORATORIO INTERCULTURALE DI MUSICA DELL’AFRICA DELL’OVEST

Il progetto si sviluppa lungo un percorso di 6 incontri da 45 minuti l’uno ed è rivolto a gruppi di bambini di 4 e 5 anni di età.
…un “viaggio” nel mondo dei suoni, dei linguaggi e dei “colori” della cultura Malinkè dell’Africa dell’Ovest, per ammirare la diversità, imparare a relazionarsi con essa e divenirne parte…
Un percorso che porta i bambini a lavorare non solo l’ambito musicale, ma anche quello sensoriale, emotivo e psicomotorio.
Il “balafon”(strumento melodico a percussione simile al nostro xilofono) sarà il cantastorie (griot, djeli,  nel mondo che li accoglierà) che guiderà i bambini lungo le fasi del progetto; sarà un ingresso in punta di piedi, per avvicinarsi senza apprensioni o paure a tutti i nuovi suoni che ci aspettano…e sarà proprio il balafon, con la dolcezza delle sue melodie, a rendere soffice come un tappeto di petali di rosa il terreno su cui cammineremo. Incontreremo canzoni in lingua SouSou e in lingua Malinkè, ma anche una lingua non parlata della quale cercheremo di carpire i “segreti”: il linguaggio musicale; saranno i giochi a tradurre questa “lingua” ai bambini, e saranno gli stessi giochi a portarli all’incontro con le percussioni (secondo grande momento del progetto).
Inizierà quindi un lavoro fatto di ricerca della coordinazione prima “vocale” poi fisica per imparare i rudimenti delle tecnice di tre strumenti a percussione dell’”orchestra Malinkè”: il djembe, il sang ban e la calabass.
L’obiettivo finale del progetto sarà la messa in canto e musica (seguendo la melodia del balafon) di due canzoni e due ritmi diversi: KOUKOU e SORSORNET.

Sviluppo in fasi del progetto:

FASE 1
“L’incontro”
(1 incontro)

Il primo approccio dei bambini con gli strumenti che si troveranno davanti agli occhi sarà di presentazione: si parlerà di materiali, luoghi, funzione sociale della musica; si sentiranno i suoni degli strumenti e si parlerà del  “colore dei suoni” (metafora fondamentale per il nostro percorso)…e di conseguenza si parlerà di Africa.

FASE 2
“le parole della musica”
(1 incontro)

I bimbi incontrano il Balafon, strumento che sarà fedele compagno di viaggio nel percorso.
I primi momenti saranno dedicati all’ascolto:  melodie e canzoni , la dolcezza  sarà il nostro lasciapassare e la chiave per tutto il nostro lavoro. Si comincerà il lavoro sul rilassamento, che diventerà costante in tutti gli incontri successivi ( prepararsi a…).

Successivamente i bambini inizieranno ad interagire con il balafon e con la “logica” musicale attraverso dei giochi conosciuti ma rielaborati (le belle statuine, scatola chiusa scatola aperta, tutti giù per terra, etc.)

FASE 3
“entro nella melodia, divento musica”
(1 incontro)

Attraverso il gioco i bambini hanno imparato a riconoscere delle parole all’interno di “frasi“ dette dalla musica…queste parole saranno la base per il lavoro che li aspetta in questa fase: intervenire ritmicamente (con la voce e il battito delle mani) sulla melodia del balafon.

FASE 4
“tamburi”
(2 incontri)

Inizia il secondo grande momento del nostro percorso; il balafon (dopo il “rilassamento” iniziale) lascia il posto alle percussioni.

Djembè, percussione con pelle di capra    (suonato con le mani)
Sang ban, percussione con pelle di vacca (suonato con due bastoni)
Calabass, cucurbitacea  (suonata con le mani)

I bambini esploreranno le percussioni con delle prime indicazioni “tecniche” (come appoggiare le mani su ogni strumento, quale suono devono cercare).
Successivamente si parlerà e si rifletterà sul ruolo delle percussioni nella vita sociale (Malinkè) e dell’importanza dello “spirito di squadra” perchè questa musica possa prodursi (POLIRITMIE).
Ripensando al lavoro fatto con le canzoni e con il balafon inizieremo a suonare. Ancora sarà il gioco ad intervenire come traduttore di linguaggi, e ci permetterà di cominciare a “parlare” di cellule ritmiche.

FASE 5
“MUSICA”
(1 incontro)

Siamo alla chiusura del cerchio; è il momento di unire i due lavori e organizzare la piccola orchestra.
In quest’ultimo incontro applicheremo il lavoro fatto sulle percussioni alle melodie del balafon, cercando di creare al meglio le condizioni per far interagire le “diverse” esperienze maturate: una musica fatta di melodia, canto, ritmo e frasi musicali.

Metodologia e obiettivi

Attraverso il laboratorio: avremo occasione di mettere in pratica le esperienze maturate, lavoreremo sulla collaborazione tra i bimbi, sull’importanza della diversità e della valorizzazione del vissuto personale; utilizzeremo la coralità del fare come base per il raggiungimento di uno scopo.

Obiettivi formativi:

-Imparare a rapportarsi con una cultura altra attraverso l’uso di linguaggi musicali e corporei.
-Riconoscere il valore della diversità.
-Lavorare e collaborare in gruppo.
-Acquisire manualità e sviluppare la propria capacità creativa.
-Esprimere esperienze ed emozioni con vari linguaggi.
-Imparare il concetto di tempo musicale.
-imparare ad articolare voce e movimento.
-imparare ad organizzare il movimento indipendente del corpo.

Curriculum artistico

Francesco Rossi, musicista (tamburi bassi, djembè, balaphon, Kamale n’goni) del gruppo di musica e danza “Les etoiles de fareta”, deve la sua formazione a maestri di elevato talento (Lamine Sow, Bruno Genero, Yadi Bangourà, Koumandian Camara, Lancei Dioubate), in particolare è allievo dello straordinario artista guineano Sourakhata Dioubate, con il quale ha iniziato da tempo un approfondimento dei tamburi bassi e delle loro ritmiche. Collabora con insegnanti di danza a Bologna, Modena, Reggio Emilia, Forli, Rimini, Genova.

Dal 2003 tiene laboratori di musica ed intercultura nelle scuole dell’infanzia e nella scuola primaria :

Scuole con cui ha collaborato :
-Scuola Statale dell’infanzia di Castelnovo Nei Monti (RE) 2006/2007
-Scuola Statale dell’infanzia di Castelnuovo Rangone (MO) 2006/2007
-Scuola Statale dell’infanzia “Jussi” di San Lazzaro di Savena (BO) 2007/2008 e 2008/2009
-Scuola Statale dell’infanzia “Canova” di San Lazzaro di Savena (BO) 2007/2008
-Scuola Statale dell’infanzia “Scandellara” di Bologna (BO) – dal 2008 ad oggi (2012)
-Scuola Paritaria dell’infanzia “Beata D’Este” di Contrapò (FE) 2007/2008 e 2008/2009
-Scuola Statale dell’infanzia “il girasole” di Forli (FC) – 2010/2011
-Scuola Statale primaria “Diego Fabbri” di Forlì (FC) – 2009/2010 e 2010/2011
-Scuola Statale primaria “Mellini” di Forlì (FC) – 2009/2010
-Scuola Statale primaria “Peroni” di Forlì (FC) – dal 2009 ad oggi (2012)
-Scuola Statale primaria “Rivalta” di Forlì (FC) – dal 2009 ad oggi (2012)

Enti ed associazioni con cui ha collaborato:
-G.E.T. “Mendez” (RE)
-A.r.c.i. Lunigiana
-Circolo A.r.c.i. “Container Club”(BO)
-Casa editrice “Giunti Scuola” (relatore al convegno della rivista “Scuola Dell’ Infanzia“: “La professionalità magistrale nella scuola dell’infanzia” di Firenze del 17 aprile 2010)
– Circolo A.r.c.i. “Carrara Lunigiana”
Dal 2006 è direttore artistico del festival dedicato alle arti espressive dell’Africa dell’Ovest “MamaAfrica Meeting” di Gavedo di Mulazzo (MS) http://www.mamaafrica.it

MAMA AFRICA 2010 – Preparando Mama Africa 2011

Meeting mama afirca, festival dedicato alle arti espressive dell’africa dell’Ovest

Buon giorno a tutti , buon giorno alla grande famiglia di Mama Africa, a chi è appena arrivato e a chi è cresciuto con lei , vedendola maturare lungo questi sei lunghi anni di vita!!

Sei anni sono tanti, anche se sembra ieri quando per soli tre giorni in un piccolo gruppo di allievi, insegnanti e staff abbiamo seminato la piccola pianta che ora cresce rigogliosa e con sempre più rami.

Anno dopo anno abbiamo avuto modo di conoscerci e condividere un percorso che per molti di noi ha significato non solo un momento gioioso in cui vivere la musica e la danza , ma un grande salto avanti nel pensare la propria vita, il vivere comune e il concetto di rispetto per sé e per gli altri…

E tutto grazie alla cosa che è più importante a Mama Africa: LA COMUNICAZIONE.

Ma in questi anni Mama  Africa non è stata solo “IL FESTIVAL”

Il festival è sempre stato il punto di partenza e di arrivo di tante altre attività che si svolgono durante l’anno sul territorio:

Tutte attività che sono state possibili anche grazie agli anni in cui Mama Africa ha chiuso il bilancio in attivo, cosa che purtroppo nell’edizione scorsa (2010) non è successa

Mama Africa trova il suo nome con il pensiero a Mamadama Camarà, e, pensando al suo essere “madre” di tutti gli artisti, abbiamo sempre immaginato il festival come una famiglia da cui fosse molto difficile andare via, in cui il rispetto dell’altro fosse alla base di ogni rapporto di fiducia …

E’ per questo che cerchiamo e cercheremo sempre di costruire rapporti duraturi di “lavoro” (basati su elementi  qualitativi e sulla ricerca del confronto con l’altro) ,ma che , dal punto di vista economico, mettono gli artisti di fronte ad una scelta di campo:

vivere Mama Africa esclusivamente come lavoro o decidere di farne parte a prescindere dal lato econominco ma per condivisione di ideali.

Mama Africa ha il pregio di essere un momento unico in cui godere delle bellezze dell’arte dell’Africa dell’ovest in un clima positivo, senza rivalità o pregiudizi…

Perché a Mama Africa ogni cultura è fedele a se stessa e in questo modo disponibile a mettersi in gioco, a contaminarsi, a comunicare e raccontare.

Ed è inseguendo quest’ideale che alla base di tutto abbiamo ritenuto fondamentale proporre dei prezzi “popolari” per permettere al numero più ampio di persone possibile di avvicinarsi e appassionarsi .

E’ per raggiungere questo obbiettivo che chiediamo agli insegnanti dal primo anno di vita del festival di accettare le nostre tariffe standard relativamente basse (con la garanzia da parte nostra di essere messi nella condizione ideale per esprimersi al meglio) , facendo in modo, insieme al lavoro totalmente a titolo gratuito di tutto lo staff , di ridurre notevolmente i costi del festival che , diversamente, non sarebbe arrivato così lontano e non avrebbe avuto il successo che ha.

L’identità di Mama Africa è talmente chiara e forte che chi ne è estraneo o si allontana, o piano piano si modella su di essa, iniziando un percorso di condivisione… Chi cerca competizione ha sbagliato posto, chi cerca problemi deve guardare altrove, chi cerca menzogne troverà verità dette in tante lingue diverse

L’edizione che ci aspetta quest’estate sarà particolare, dovrà essere una sintesi tra il nostro sogno e la difficile realtà che stiamo vivendo, una realtà (per quanto riguarda l’Italia) fatta di mancanza di lavoro , tagli allo stato sociale e tagli indiscriminati alla cultura.

Ma non ci siamo fatti scoraggiare, convinti dell’importanza del nostro festival , e abbiamo deciso di reagire con la qualità, che è sempre stata nostra, alla mancanza di finanziamenti, senza perdere di vista i nostri principi di rispetto del lavoro, spirito di sacrificio e continuità delle collaborazioni.

Come organizzazione lavoreremo sul contenimento delle spese dove necessario e possibile , senza fare però passi indietro relativamente alla qualità della didattica , al rispetto delle specificità culturali e al rispetto dell’ambiente

Insomma , nella vita quotidiana di Mama Africa cambierà poco, avremo fondamentalmente bisogno di maggiore consapevolezza da parte di tutti (allievi, insegnanti, staff, e partecipanti alla festa) di essere parte integrante del festival

Tutti siamo Mama Africa , e questa è la nostra vera forza.

Questa nuova condizione sarà uno stimolo a cercare dentro Mama Africa ancora di più la collaborazione tra gli artisti per la produzione culturale delle serate, sarà ancora di più un’occasione per saldare i legami di questa fantastica famiglia allargata, perla rara in un mondo sempre più diviso e schiavo del mercato, in cui i soldi sono la cosa fondamentale che muove le persone.

Ecco, noi possiamo far vedere a tutti che siamo altro, che abbiamo la voglia, la capacità, la forza per dire “IO SONO MAMA AFRICA” e anche se solo per una settimana mostrare che possono essere altre le dinamiche entro le quali costruire la propria vita e i rapporti tra le persone.

Perché l’arte è la seconda lingua di tutte le culture , ed è con questa lingua che possiamo imparare ad abbattere i pregiudizi e le barriere tra i popoli.

MAMA AFRICA 2010 – riflessione a caldo di Cico

Ciao a tutt@

Prima di tutto facciamoci i complimenti perché quest’anno siamo stati GRANDIIIIIIIIIIII

Abbiamo aperto delle porte che solo nei sogni sembravano praticabili, abbiamo creato qualcosa che nostro malgrado (in senso ovviamente ironico) ci segnerà per tutta la vita….forse non a tutt@ è chiaro che cosa è successo, e mi sento quindi in dovere di raccontarlo e di tradurlo, perché ci sono dinamiche e ruoli ,ai più sconosciuti , nella tradizione che accogliamo … primo sassolino nello stagno dei ragionamenti è la volontà di un artista di salire sul palco alla chiusura del festival per parlare non come persona o artista ma come GRIOT , cioè colui che tramanda oralmente la storia dei popoli e delle famiglie nel Mandeng : YAKHOUBA DEMBELE (il flautista del concerto di domenica a Pontremoli) … Abbiamo fatto piangere di nostalgia Yakhouba, perché il suo pensiero era costantemente alla “sua“ Costa D’Avorio di dieci anni fa, quando ancora la guerra non aveva riportato indietro le lancette del tempo, quando la Costa D’Avorio era il crocevia, il luogo di incontro e scambio tra glia artisti di tutta l’Africa dell’Ovest … Abbiamo fatto in modo che decine di artisti condividessero le proprie esperienze senza nessuna gelosia (sentimento molto forte e sensibile nell’Africa dell’Ovest, responsabile anche di avvenimenti molto tristi) , aprendosi al confronto e alla comunione di sé. Agli occhi dell’arte dell’Africa dell’Ovest siamo diventati un punto di riferimento , e la nostra responsabilità diventa ora legata non solo all’incontro tra noi e loro, ma anche TRA loro !!!

Il nostro percorso di crescita graduale ci ha consentito di non soccombere ai numeri esponenziali che ci cadono addosso, e la nostra sensibilità ci ha permesso di arrivare ai cuori delle persone, riuscendo a mantenere vivo lo spirito famigliare delle prime edizioni (e che ci stava sfuggendo nell’edizione 2009) … E siamo stati bravi a non cedere alle normali defaiance, ai pochi coni d’ombra dell’organizzazione (cosa che ci permetterà di aggiustare il tiro per la prossima edizione) … a non farci prendere dal nervosismo della stanchezza (salvo alcuni momenti e IO PER PRIMO ME NE SCUSO) .

Siamo però ad un giro di boa (ce lo siamo detti anche l’anno scorso, ma credo che questa volta sia più “vero”) e la nostra discussione dovrà poggiare su alcuni ragionamenti ai quali dovremo però arrivare dopo che tutti quanti si sarà presa coscienza di quella che è la reale portata culturale dell’evento (cercherò quindi nei prossimi giorni di raccontare nel modo più chiaro possibile cosa è diventata MAMA AFRICA in questi anni almeno per quello che è l’ambito dei corsi e della presenza degli artisti), perché dovremo lavorare molto sulle sinergie tra le componenti “culturali” dell’organizzazione , fare in modo che si diventi una cosa sola non solo negli intenti ma anche nei contenuti… vi parlerò di un’idea, un progetto che già a riscosso il parere molto favorevole degli artisti e che ha in potenziale un impatto formidabile, al quale spero si vorrà aderire e che ci potrà dare un piano comune su cui costruire l’edizione 2011.

Avremo bisogno di individuare delle figure (una già individuata) che lavorino al reperimento dei fondi (so di bandi europei che finanziano festival che abbiano passato la quinta edizione) e queste figure potranno lavorare al meglio se daremo loro un progetto da sviluppare … ma avremo anche bisogno di riconoscere alle figure già esistenti il valore e l’importanza del lavoro svolto … in questo senso parlo anche di me, della figura che mio malgrado è diventata chiara , ovvero il “direttore artistico” … responsabilità mia è però non aver raccontato prima (forse perché non era ancora chiara nella mia testa) l’idea che mi guida nella costruzione di serate , corsi e sviluppi degli stimoli esterni… Il riscontro avuto da parte di artisti e fruitori è talmente positivo da spingermi a dire che la strada che ho scelto è quella giusta, ora starà a me cercare di farvi appassionare all’idea , riconoscendo io stesso il valore di altre figure fondamentali per la “cultura” di Mama Africa.

Questo è il MIO punto di vista (ovviamente limitato, per ora) del super festival che stiamo organizzando TUTTI INSIEME .

Per il momento vi saluto e vi auguro buon meritato riposo.

Cico

MAMA AFRICA 2011 – Il punto di vista di Cico (mal di Mama Africa)

Centinaia di immagini, centinaia di sensazioni, centinaia di suoni mi girano per la testa … e ne vorrei ancora, perché frutti di un albero dalle mille radici e i mille rami che non smette di crescere…

Abbiamo viaggiato insieme facendoci trasportare dalla magia della musica e della danza, parlando decine di lingue ci siamo capiti con uno sguardo e abbiamo riempito di altra magia un luogo che ci aspettava come ogni anno, pronto ad accoglierci e coccolarci. A volte credo che anche la pioggia sia responsabile di quello che abbiamo vissuto, portandoci a stringerci e fonderci, cercando calore umano e condivisione per superare le notti fredde e aspettare il tiepido sole del mattino.

Certo bisogna “dare a Mama Africa quel che è di Mama Africa”: complimenti a tutti i VOLONTARI (agli “storici”, ai nuovi e a quelli aggiunti “in corsa”) per lo straordinario lavoro, la straordinaria disponibilità e gli splendidi sorrisi…. Chapeau agli ARTISTI, per la loro bravura, la loro professionalità, per la loro sempre più esplicita scelta di “ESSERE MAMA AFRICA”…complimenti agli “UTENTI” per i grandi passi avanti nel venire incontro alle difficoltà organizzative e nella gestione di sé e della madre terra (che comunque merita MOLTO più rispetto di quello che già le si è dato)…

VIAGGIO – Credo che viaggio sia il termine giusto per racchiudere la settimana (o meglio i 10 giorni) di Mama Africa Meeting 2011. Un viaggio di altri tempi, quando per andare da un luogo all’altro bisognava passare dai tanti luoghi intermedi, con i loro abitanti, odori e sapori e colori, in grado di rendere il percorso morbido, senza strappi o cambi repentini di paesaggio.  In questo senso il DUNDUNBA di apertura è stato un’esperienza emotivamente ma anche culturalmente unica, in cui ,come a bordo di un TRENO PANORAMICO, abbiamo viaggiato senza soluzione di continuità dalla Guinea al Mali al Burkina Faso alla Costa D’Avorio fino al Senegal…ed è stato realmente solo un preambolo a tutto quello che sarebbe successo nei giorni e nelle serate seguenti!!

Di giorno si poteva assistere alle TANTE AFRICHE, fedeli a loro stesse, ognuna parlare la propria lingua, per poi MESCOLARSI nelle serate in un’unica MAMA AFRICA, in grado di raccontare tante storie e scrivere la storia che si stava vivendo tutti insieme in quel momento.

Abbiamo assistito a qualcosa che va oltre il festival …siamo ormai LABORATORIO DI CONVIVENZA CIVILE, dimostrando ancora una volta e con più chiarezza che parlando la LINGUA DELL’ARTE si possono abbattere barriere ed ostacoli di qualsiasi genere, che una o più passioni comuni possono diventare veicolo di messaggi di condivisione, pace e amore; che possiamo spingerci a guardare lontano, nella speranza di contribuire al cambiamento delle dinamiche violente di questo mondo sempre più allo sbando!! L’arte NON è la soluzione, ma sicuramente può dare delle idee, e Mama Africa ne è la dimostrazione!!

Più di 50 artisti, 150 volontari, 500 partecipanti ai corsi e migliaia di visitatori hanno animato l’edizione 2011 di Mama Africa Meeting creando un amalgama non ascrivibile ad alcuna classificazione, scavalcando i concetti di appartenenza culturale, sociale, religiosa (vorrei dire anche di genere, ma lì la strada è ancora lunga)…semplicemente “MAMA AFRICA”… I castagni erano BAOBAB ma anche CANNE DA ZUCCHERO, le gocce di pioggia erano LACRIME DI COMMOZIONE, il freddo CALORE UMANO, e il sole era PURA POESIA.

…E i BAMBINI…i bambini sono la vera forza di MAMA AFRICA… Sono loro la porta per il cambiamento, sono loro in grado , con la semplice presenza, di avvicinare gli scettici e chi non riesce ad abbattere un preconcetto che verso Mama Africa è sempre meno forte ma ancora sensibilmente presente… I bambini di Mama Africa sono figli dell’incontro, e specchio del nostro piccolo/grande mondo parallelo… Grazie ai bambini Mama Africa sarà sempre più forte e proprio ai bambini Mama Africa cercherà di regalare sempre di più nuove ed eccitanti esperienze… IL VILLAGGIO DI BENTEREMA’ sarà valorizzato e riempito di altri contenuti, sempre più centro e meno periferia … crescerà di anno in anno ma senza mai diventare CITTA’, mantenendo insomma quella sua forte caratteristica di piccolo angolo di proprietà esclusiva dei bambini, con il loro splendido caos e i loro sorrisi.

Ogni anno mi dico che “più di così non è possibile” e l’anno successivo Mama Africa mi smentisce puntualmente… E sinceramente dopo questa edizione ho “paura” per quello che succederà le prossime… Certo è che noi (come organizzazione, anche se questa parola ormai è talmente omnicomprensiva che diventa riduttiva…TUTTI SIAMO MAMA AFRICA) faremo sempre del nostro meglio e ancora di più per fare in modo che la MAGIA che ci ha fin’ora accompagnato possa sempre capitolare come un alito di vento all’interno del Parco del Donatore e in tutte le appendici di Mama Africa (LA VIGNABELLA, le palestre ma anche i fiumi e LA LOCANDA DI CAMPAGNA)… E lo faremo puntando non solo sui 10 giorni di festival ma anche nelle attività “locali” che proporremo durante l’anno, per fare in modo che il terreno diventi ancora più fertile, perché’ le radici di Mama Africa siano sempre più solide e raggiungano sempre più persone (parlando di LUNIGIANA, la terra che ci ospita)…e per dare ancora più significato ad un’esperienza che sempre per più persone sta diventando un’esperienza di vita!!

Appuntamento quindi all’edizione 2012, che sarà ricca di novità e nuove idee da sviluppare, nuovi sogni da realizzare e obiettivi da raggiungere; tanti aggiustamenti e correzioni di rotta , che coinvolgeranno tutti, puntando alla eco sostenibilità del festival ma anche ad un miglior vivere quotidiano (servizi e quant’altro..)…chiederemo a tutti maggiore consapevolezza di dove ci troviamo , rispetto per sé e per gli altri…MA SENZA PERDERE LO SPIRITO FAMIGLIARE DELLE PRIME EDIZIONI E RICORDANDO A TUTTI CHE TUTTI SIAMO MAMA AFRICA – PERCHE’ MAMA AFRICA E’ MAMA AFRICA E OGNUNO DI NOI DEVE POTER DIRE DI ESSERNE PARTE FONDAMENTALE !!!!

 

Cico

 

MAMA AFRICA 2012 il punto di vista di Cico (work in progress)

Silenzio, un grande silenzio mi riempie il cuore, come sempre dopo ogni edizione di Mama Africa Meeting. Ma il silenzio di quest’anno è fatto di musiche e danze che si fermano per farmi ricordare quanto siano parte di me, per ricordarmi il motivo che mi spinge ogni anno a dedicarmi con passione alla costruzione del festival, scontrandomi con il mondo reale che ha bisogno di conti in ordine e tempi scanditi dall’assurdo imperativo economico…Un silenzio che non è sinonimo di vuoto o di mancanza bensì di riflessione e flusso di pensieri, di emozioni da assaporare e lacrime a cui dare un significato…ho bisogno di questo tipo di silenzio, perché quella di quest’anno è stata l’edizione della maturità (nel senso scolastico del termine) in cui i nodi vengono al pettine e con cui si apre realmente una nuova pagina (e di conseguenza se ne chiude un’altra)…Ma che non per forza ti dà la matematica certezza di essere maturo, con la consapevolezza che il cammino è ancora lungo…

E’ stata un’edizione veramente faticosa per me (ma non solo per me) e credo di non essere crollato solamente grazie all’energia che aumentava e mi pervadeva di giorno in giorno, dandomi nuovi respiri a cui aggrapparmi e con cui farmi forza…

E’ stata l’edizione della maturità perché siamo diventati definitivamente grandi, europei… L’edizione della maturità perché abbiamo definitivamente compreso che Mama Africa è qualcosa di necessario non solo per noi ma per tutt@ coloro che la vivono, un momento fondamentale nell’anno per ricaricare (svuotandole J ) le batterie di emozioni e ricordi…

E’ stata l’edizione della maturità perché ogni piccolo problema diventava un macigno.. ma un macigno di cui, tutti insieme, si riusciva a deviare il percorso, evitando che ci travolgesse a valanga compromettendo seriamente il “clima” del festival (la mancanza dell’acqua nell’edizione più calda e affollata, il gas finito un mezzogiorno di massima affluenza, le navette per Pontremoli scomparse, un’ora di pioggia che solleva i pavimenti delle sale di danza a cinque giorni dalla fine…)

E’ stata l’edizione della maturità perché ci siamo definitivamente resi conto di quanto possiamo dire nell’ambito degli incontri culturali, creando e consolidando una nuova disciplina (AFRO SWING) o proponendo incontri sonori su cui danzare che sono stati semplicemente fantastici, o, ancora, impostando discussioni che vanno a toccare il profondo di ogni artista, del proprio essere artista o artista-griot, che sfoceranno nelle edizioni future in ulteriori stimoli alla riflessione e al confronto, sempre più importanti  per una società che sta dimenticando l’uso della parola, e per un “microcosmo” (quello dei ”nostri” artisti) in cui la parola ancora non riesce a dare significati facilmente comprensibili ai momenti di espressione artistica (che da soli soffrono la mancanza di una traduzione efficace dei significati).

E’ stata l’edizione della maturità perché diversi insegnanti si sono presi la responsabilità dell’aiuto attivo all’organizzazione, decidendo di farne parte come ingranaggio autonomo, assumendosi una responsabilità non facile da gestire dal punto di vista dei rapporti con la comunità degli artisti di Mama Africa…rendendosi conto di quanto gli equilibri siano precari e della necessità di reagire tutti quanti di conseguenza.

E’ stata l’edizione della maturità perché la portata culturale del Meeting è ormai evidente e “nulla può essere più come prima”, grazie alle decine di ragazzi e ragazze che ci hanno affiancato come volontari portando con la loro energia aria nuova nella grande famiglia di Mama Africa.

E’ stata l’edizione della maturità perché alcuni di noi (tra cui io) si sono resi conto di avere bisogno di aiuto per poter continuare il proprio impegno nell’organizzazione, che ci sono ambiti in cui la sola passione ormai non basta più e se non si reagisce nel modo giusto si rischia di perdere la grossa qualità che nonostante tutto ancora ci caratterizza: voler essere una grande famiglia aperta e in continua espansione.

E’ stata l’edizione della maturità perché il contributo di tutt@ è stato evidente nella sua valenza, abbattendo l’idea che ci siano livelli diversi di importanza nella struttura organizzativa .. siamo ad un punto in cui ognuno di noi è veramente fondamentale, con i suoi pregi e i suoi difetti, perché ognuno di noi si è posto in maniera aperta nei confronti degli altri, facendo si che il meeting si potesse plasmare sulle disponibilità di ognuno, valorizzando il positivo di ognuno e celando gli umani lati negativi dietro una forte immagine comune che pervade il festival e lo protegge.

Abbiamo conosciuto e accolto nuovi artisti che hanno inevitabilmente lasciato il segno per la loro professionalità e grandezza umana, contribuendo con la loro disponibilità all’ulteriore salto di qualità del meeting, assecondando le nostre difficoltà con sorrisi disarmanti…perché a loro volta spiazzati dalle centinaia di sorrisi che incontravano camminando per il festival.

Non voglio sottolineare le decine di cose con non sono funzionate, non per sufficienza o sottostima della loro gravità, ma perché non è questo il momento per farlo… Per le correzioni c’è bisogno di mente fredda e serena… e di tanti punti di vista…il mio sarebbe viziato dal ruolo che ricopro e quindi da scelte fatte seguendo un istinto “artistico” e non realmente progettuali e condivise (e ad oggi mi sento di dire che devo ascoltare di più, o imparare a farlo, le persone con cui condivido un percorso da anni e che sono come me appassionate a questo meeting)…

Stiamo tutt@ crescendo insieme a Mama Africa, e la crescita è fatta di errori e ripartenze, e soprattutto è fatta di autocritica… e di sacrosanti punti fermi!

Non posso ringraziare tutt@ per nome ma credo che un nome possa racchiudere tutta Mama Africa Meeting : Maurizio … semplicemente grazie per essere Mama Africa ancora una volta.

Insomma è stata l’edizione della maturità perché finalmente nessuno di noi è importante singolarmente ma perché stiamo veramente diventando una cosa sola : Mama Africa Meeting

CAVOLO E’ STATO DAVVERO BELLO 🙂

DJEMBE-TA – Laboratori rivolti alla scuola primaria e secondaria di primo grado

 

DJEMBE-TA

Laboratori interculturali

 

 

Laboratorio di percussioni tradizionali dell’Africa Sub-Sahariana

Dedicato alla scuola primaria e secondaria di primo grado

Condotto da: Francesco “Cico” Rossi – A.S.D. MAMA AFRICA DANZA

Il laboratorio si propone come un “viaggio musicale” all’interno della cultura artistica dell’Africa del “Mandè” (geograficamente Africa Subsahariana), di cui la musica e la danza sono la massima espressione.

Danza e musica come momento liberatorio, ludico, ma anche come momento sociale a tutto tondo: dalle cerimonie di festa (battesimi, matrimoni,…) alle cerimonie di passaggio (all’età adulta), passando per i momenti di culto e di vita quotidiana (semina, raccolto, battitura del ferro,..).

Musica come momento “comunicativo”, come linguaggio non verbale esplicito e decodificabile…ma soprattutto in diretta comunicazione con la danza , con cui instaura un rapporto privilegiato di scambio reciproco.

La regione in cui si snoderà il viaggio è l’area dell’allora “impero del Mali” di Soundiata Keità e ancora più nello specifico : Guinea, Burkina Faso e Mali. Sarà un viaggio nello spazio e nel tempo; dalla tradizione alla modernità; dai villaggi alle città; dai significati collettivi ai sogni dei singoli.

Su cosa si fonda il progetto:

Il progetto prende spunto pedagogico dalla caratteristica fondamentale di questa cultura artistica : la musica è il frutto di una poliritmia, dell’amalgama di diversi ritmi che generano melodia a disposizione del solista (del tamburo “djembe”) in dialogo diretto con la danza.

Musica come esempio di comunicazione non verbale in grado di superare le differenze e valorizzare i singoli nel risultato d’insieme; allo stesso tempo come esempio di “volontà nell’assunzione di responsabilità” da parte del singolo nei confronti del gruppo.

Danza come presa di coscienza del proprio corpo in senso espressivo e comunicativo, come momento di coinvolgimento plurisensoriale (uditivo, della gestione dell’equilibrio, della gestione dello spazio,…)

Arte come linguaggio non verbale che assolve appieno il suo ruolo comunicativo in quanto “popolare” e caratteristico della cultura che la “ospita”.

All’interno di questo percorso, il modo migliore per affrontare un percorso di “interazione con l’altro” passa attraverso il ridimensionamento ad “individuo” del concetto stesso di “altro”. Ne è un passaggio fondamentale il riconoscimento nell’altro di una persona fatta di specificità e peculiarità con cui confrontarsi nella ricerca di un terreno di scambio dialettico non competitivo. Cercare, quindi, il confronto in un mondo in cui oggettivo e soggettivo (tecnica e gusto) non possono entrare in conflitto perché non sensibilmente influenzabili tra loro.

Obiettivi

Lavorare sul ritmo e sull’organizzazione corporea in relazione con la musica.

Entrare nella dialettica musicale, in diretto rapporto con la musica.

Acquisire la capacità di dialogare utilizzando i linguaggi non verbali tipici della musica dell’Africa Malinke’.

Lavorare sullo spirito di gruppo e sulla valorizzazione delle specificità.

Elaborare il concetto di tradizione e modernità attraverso il confronto con tradizione e modernità della cultura artistica Malinkè.

Approfondire il concetto di “figura carismatica” (all’interno del fare comune) nella visione d’insieme dei momenti di “rappresentazione” della cultura artistica Malinkè (dalle maschere ai griot, al musicista solista o ballerino/a solista).

Gettare le basi per l’utilizzo dell’espressione artistica come espressione di sé, come gestione attiva dei propri sentimenti.

Accettare la dimensione dell’altro come terreno di confronto.

 

 

ASPETTI ORGANIZZATIVI

Il laboratorio sarà tenuto da figure qualificate dell’A.S.D. “MAMA AFRICA DANZA” formatesi artisticamente in Africa ed Europa in più dieci anni di esperienza, nella persona di Francesco Rossi (musicista e insegnante di percussioni), che seguirà i bambini sostenendoli dal punto di vista laboratoriale e culturale con l’ausilio di materiale audiovisivo e strumentale.

A chi e’ rivolto il progetto

Il progetto ha la fondamentale caratteristica di essere fruibile allo stesso modo da bimbi/e di 6 anni come di 10 anni, e dagli 11 ai 13 anni, grazie alla peculiarità delle attività proposte ,in grado di porre obbiettivi diversi per il conseguimento di abilità diverse senza allontanarsi dall’area semantica comune . E’ possibile lavorare con gruppi di età miste (6/7 anni, 8/9 anni, 9/10 anni, 11/12 anni, 12/13 anni) e con un massimo di 25 bambini/e per gruppo .

Spazi

I laboratori si svolgeranno principalmente in palestra o in sala musica, con alcuni momenti in classe.

Tempi

N. 7 o10 incontri di un’ora ciascuno con cadenza settimanale (o due incontri la settimana)

Materiali (messi a disposizione dagli esperti, richiesti alla scuola)

Classe: proiettore , lettore dvd ,

Palestra: tamburi (forniti dall’associazione) , nastri di stoffa colorati, tessuti colorati

Metodologia

Il laboratorio si sviluppa lungo sette o dieci incontri che vedono al centro delle attività le percussioni, ma che trovano diversi momenti di approfondimento culturale, così da poter porre alcune basi fondamentali per comprendere il “fare musica”.

Nello specifico vengono affrontati due ritmi tradizionali e un ritmo “moderno”:

DJOLE : Danza di festa dedicata alle ragazze giovani, che si svolge nelle ore calde del giorno e al calare della notte

DONDOUNBA / TAMA: Danza “dimostrativa” (degli uomini forti) dell’assunzione di responsabilità nell’equilibrio lavorativo del villaggio / Evoluzione contemporanea in città.

LAMBAN/DJELI DON : danza dei griot (o djeli), figure fondamentali della cultura orale Malinkè

Nel laboratorio si alternano momenti di narrazione e dialogo con i bambini, attività diretta di ascolto e di movimento, occasioni di restituzione, confronto e condivisione dei vissuti.

 

 

 

SVILUPPO IN FASI DEL PROGETTO

1° INCONTRO : HAMANA

Nel primo incontro il laboratorio si racconterà ai bambini attraverso filmati e giochi di interazione con la musica , per lo sviluppo del concetto di linguaggio musicale e una sua prima decodificazione.

2°/ 3° INCONTRO : DJOLE / YAMAMA

Il primo ritmo che si incontra è una musica di festa, espressione della gioia di vivere insieme : DJOLE..Lo legheremo ad una canzone , YAMAMA, dedicata allo spirito femminile

4°/ 5° INCONTRO : DOUNDOUNBA (Bolokonondò)/ TAMA

Il quarto e il quinto incontro saranno i momenti in cui entrerà in gioco la dimensione rituale della danza Malinkè: ovvero la danza di passaggio per eccellenza della regione di Hamana dell’africa Malinkè (tradizionalmente maschile, ma con significati diversi nel “mondo moderno”) DUNDUNBA . La danza è fortemente codificata e in strettissima relazione con la musica costituita da un ciclo di tre “frasi” musicali .

Successivamente, creando un immaginario ponte tra passato e presente, tra villaggio e città, si vedrà come la stessa danza cambia il proprio significato con il passare del tempo e con la delocalizzazione spaziale.

6° INCONTRO : LAMBAN/DJELI DON

Nel sesto incontro, oltre ad un nuovo ritmo, si verrà a contatto con una figura importantissima della tradizione orale dell’Africa Malinkè: il “griot” (o djeli, da cui djeli don, danza dei djeli) ovvero il cantastorie e depositario della tradizione (figura nata proprio durante l’epopea mandè , con racconti che portano alla narrazione della storia del primo griot)

7° INCONTRO : ANYEWA ! (andiamo !)

Il settimo incontro sarà il momento della verifica , della rilettura dei vari passaggi attraverso lo strumento dell’esperienza vissuta. Si cercherà di tradurre l’esperienza (attraverso le similitudini e le corrispondenze) in un linguaggio comune a chi il percorso non l’ha affrontato, così da poter rendere l’esperienza realmente fruibile e “digeribile”.

EVENTUALI ULTIMI TRE INCONTRI: LO SPETTACOLO

Gli ultimi tre incontri saranno dedicati alla costruzione dello spettacolo finale, con una coreografia fatta di movimenti e arrangiamenti musicali (dove come primo passaggio ci sarà il lavoro sul rinforzo dell’esecuzione musicale), per raccontare agli altri il percorso fatto insieme.

N.B.

I ritmi affrontati possono differire relativamente a quanto sopra indicato, a seconda delle necessità e delle eventuali alternative individuate e valutate durante il percorso.

Verifica e valutazione

Per verificare la partecipazione degli alunni e il raggiungimento degli obiettivi previsti utilizziamo l’osservazione diretta in situazione e i momenti di dialogo previsti alla fine di ogni incontro. I bambini possono così esprimere la loro valutazione dell’esperienza vissuta.

I docenti di classe interessati possono valutare il progetto rispondendo al questionario (allegato b).

Documentazione

In accordo con i docenti coinvolti è possibile costruire la documentazione dell’esperienza attraverso la registrazione delle musiche, fotografie e filmati. Questi materiali possono essere utilizzati per ulteriori attività collegate ai vari ambiti (vedi suggerimenti in allegato a), possono servire per testimoniare il percorso fatto alle famiglie e per presentarlo sul sito web della scuola.

CONTATTI:

Francesco rossi

Cell. 320 0312646

Mail : f.rossi@giunti.it

Allegato a

 

Mappa dei possibili raccordi o espansioni disciplinari:

 

Ambiti interessati dal progetto

 

Musica: registriamo le musiche e utilizziamole per esperienze di ascolto e di comprensione del ritmo e delle caratteristiche ecc…; facciamo una ricerca su altri ritmi musicali ed espressioni tipiche dei paesi di origine degli allievi presenti in classe;recuperiamo o costruiamo strumenti musicali a percussione e utilizziamoli per produrre dei ritmi….

 

Corpo movimento sport: avvaliamoci della danza come momento ludico espressivo e di coesione del gruppo; impariamo o inventiamo altre danze utilizzando musiche tipiche dei diversi paesi di origine degli allievi; lavoriamo sulla coordinazione dei movimenti, sulla percezione dello spazio, sull’equilibrio, sull’espressività mimico gestuale del corpo….

 

Italiano: in relazione alla figura del “griot” compiamo un itinerario narrativo orale all’interno delle culture presenti nella classe o nella scuola; interpretando questa figura discutiamo con i bambini, comprendiamo il valore della memoria, delle storie raccontate e tramandate; identifichiamo altre figure analoghe presenti nelle differenti culture e osserviamo analogie e differenze…; mettiamo in relazione modalità tradizionali e antiche del fare memoria con modalità attuali…

 

Geografia: ricerchiamo e collochiamo nello spazio le zone geografiche interessate dall’esperienza, troviamo collegamenti con altre realtà etniche e culturali degli allievi; confrontiamo le diverse caratteristiche delle zone geografiche….

Storia: facciamo un paragone tra la nostra storia e quella della regione esplorata con il laboratorio, cerchiamo similitudini e differenze…

 

Arte e immagine: traduciamo in immagine (pittura, disegno, collage..) le esperienze vissute con la musica e con la danza, utilizzando varie tecniche; facciamo una ricerca sui colori che caratterizzano la cultura o le culture considerate; sviluppare la ricerca sui colori e sul ritmo nella pittura e nella decorazione dei vestiti e della suppellettili delle varie etnie…

Tecnologie : documentiamo l’esperienza videoregistrando alcuni momenti vissuti e rielaboriamola al computer; inseriamo scritti e commenti dei bambini

Allegato b

 

Laboratorio di danze tradizionali dell’Africa Sub-Sahariana

Condotto da……………………………………………….

Scuola primaria……………………………………………………………

Classe…………………………. Data……………………………………….

 

Questionario di valutazione e gradimento

Chiediamo gentilmente ai docenti coinvolti di rispondere agli indicatori allo scopo di valutare e migliorare l’esperienza proposta.

Quanto l’ esperto è stato capace di motivare e coinvolgere gli allievi: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

Come valutate i contenuti proposti e le possibilità di espansione:

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Le metodologie utilizzate sono state efficaci:

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

I bambini si sono avvicinati agli obiettivi previsti:

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Suggerimenti:

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Grazie.

Francesco Rossi , A.S.D. MAMA AFRICA DANZA