Eccomi !!! Era un po’ che non mi facevo leggere 🙂
In questo periodo (siamo a ridosso delle scelte dei libri per l’anno prossimo) ci sono momenti che mi ricordano le perplessità, legate ad alcuni aspetti del mio lavoro, che in maniera lampante mi lasciavano basito i primi periodi…
Si tratta di estremi speculari o due lati della stessa medaglia: da una parte la caratteristica del commerciante ambulante, che deve cercare i clienti e trovare il modo di agganciarli e fidelizzarli, dall’altra il preconcetto, nonostante la figura legata allo specifico aspetto degli strumenti per insegnanti, per cui il rappresentante (o l’ambulante) sia spesso (e ahimè non di rado giustamente) visto come elemento intruso, invadente e invasivo.
Ricordo nel particolare il primo anno (in cui facevo solo le scuole dell’infanzia) arrivando di fronte ad una scuolina della campagna ravennate… Era una splendida giornata primaverile, faceva caldo ed erano più o meno le undici della mattina. Mi avvicino sorridente al cancellino della scuola, con sguardo amichevole mi rivolgo con un “buongiorno” alle maestre sedute sotto la piacevole ombra di un glicine in fiore… Allibito, assisto alla maestra più grande che, in un nano secondo e con voce ferma, mi dice (troncando a metà il mio cordiale saluto): “non ci serve niente non ci serve niente”. All’epoca ero un novellino e soprattutto ero ancora molto poco disponibile alla mediazione… Tempo di realizzare la scelta poco friendly (e, oserei dire, molto da spiaggia) del tono della maestra, che altrettanto fermamente le dico: “complimenti, lei che dovrebbe insegnare l’educazione ai suoi bimbi è la prima ad essere estremamente maleducata, non degnandomi nemmeno di un saluto”… Il bello è che, nel momento in cui giro i tacchi, mi chiama la sua giovane collega e mi dice che avrebbe guardato volentieri delle guide per insegnanti !!!!
…Insomma, è un lavoro il mio abbastanza particolare relativamente a come viene visto e al tipo di implicazioni emotive che può generare.
Dove voglio arrivare…
Questo (a dieci giorni dalla scadenza ministeriale per la scelta dei libri) è il momento in cui i “bravi rappresentanti” chiudono le adozioni, trovando il modo di fare cadere la scelta sul proprio libro (in finale con un concorrente)… Io mi trovo in difficoltà 🙂 …e la mia difficoltà sta proprio nel fatto che mi sentirei (e mi sento) un elemento di disturbo, visto che non avrei cose eccezionalmente nuove da dire … Insomma entrare nelle scuole per la terza o quarta volta per andare dalle insegnanti, chiedere se il mio libro è in finale ed elaborare una strategia per spingerlo è un mio punto debole…
Il dato di fatto è però che la comunicazione è un anello importante di tutta la dinamica adozionale e il passaparola è spesso poco funzionale (sempre che non si inceppi del tutto) … Mi capita di passare nella stessa scuola a distanza di dieci giorni e constatare che nelle classi parallele delle maestre con cui ero entrato in contatto non è arrivata la notizia che avevo chiesto di far passare…
Ovviamente questa dinamica non è una regola (anzi) ma sicuramente pesa !
A questo punto io mi trovo di fronte allo struggente bivio : vado ramingo a sondare la casualità negativa per spesso risultare elemento antipatico o lascio perdere rischiando di non cogliere occasioni importanti????
Ai poster(i) (o alle CALENDOMAPPE!) l’ardua sentenza !
Coraggio! Non perderti d’animo, dialogare con gli insegnanti è un buon modo di far bene il proprio lavoro. E sarai apprezzato. Ma continua, non demordere.