Trovo questo ambito della scuola in evoluzione molto interessante… I contenuti di questa intervista, nella sfortuna di una forma espositiva un po’ troppo aristocratica (il rischio che corrono gli scienziati che parlano di didattica in classe è molto grosso: essere poco aderenti alla complessa e variegata realtà quotidiana), sono argomenti importanti se si vuole parlare realmente di nuove tecnologie come ambito di apprendimento… L’informatica in cui ci si limita a excel e alle ricerche sul web è ormai quasi un prerequisito: se non si affronta l’annoso mondo della programmazione si rimarrà ancorati ad una visione palliativa del mondo che cambia.
Certo è che vista la situazione, appunto, reale delle scuole italiane, siamo ad un livello per cui si propone un ulteriore elemento di inclusione (oltre che di contemporaneità) che potrà essere accolto da una percentuale molto bassa di scuole sufficientemente attrezzate o dotate di fondi da investire…
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